A Roma evidentemente c’è ancora profumo di Impero.
Basilio sta a significare “Re”. Dove c’è un Re, necessariamente deve esserci anche una gerarchia di uomini, chi sopra e chi sotto.
Nel quartiere che ha preso il nome di San Basilio, forse per bilanciare con un po’ di virtù del cielo contro i fatti della terra, è accaduta una violenza delle tante che se ne leggono.
Questa volta una ragazza di 20 anni è stata abusata, vittima del fidanzato e del fratello di quest’ultimo, con la complicità della madre dei due, che avrebbe collaborato alla iniziatica “educazione” della nuora, perché le fosse chiara la condotta da tenere in un clan. Nulla di strano.
Il “famulus” era il servo, parte integrante della famiglia romana, con un ruolo di tutta considerazione, che dava un prezioso contributo alla vita familiare. Immaginiamo le badanti secolari di un tempo alle quali, soprattutto nei paesi, si riconosceva talvolta il nomignolo di “Zia” senza pur esserlo. Un fondamentale segno di stabilità e continuità, così bilanciando l’inesorabile avvicendarsi del quadro familiare.
Famiglia proviene da famulo. Quella zuccona di ragazza, testa dura, non ha voluto capire che in casa occorre disciplina e che anche ad un servo può spettare, a seguito di comprovata obbedienza nel tempo, un certo apprezzabile riconoscimento.
A San Basilio organizzazione e regole sono basilari. Non altrimenti. Si santi chi può.