Da quelle parti deve essere una abitudine, poi consolidata in tradizione, quando l’esperienza ti dice che quella è la strada e non altra. SI tratta di capire esattamente quando una forma di parmigiano è stagionata al punto o giusto o meno. Questione di olfatto ma anche di tecnica.
Ci si arma di un martelletto e si batte sul pezzo, l’acustica darà l’esito su cui regolarsi. Nulla di particolarmente ricercato. Del resto si fa approssimativamente così anche con i cocomeri. Come non bastasse, lo stesso attrezzo può trasformarsi in un succhiello che serve per un minuscolo carotaggio. La prova definitiva per un esatto responso. A Parma non ci si ferma nei pressi delle cose, ci si scapicolla dentro.
In una scuola di quella città sono fedeli alla consegna dei secoli, sono aderenti al mandato di un mestiere antico e rispettato.
Ad un compagno di classe, il classico secchione da canzonare, hanno piantato una matita in testa, una bandierina che segna l’ardire di chi ci sa fare. Non hanno usato un martelletto ma si può perdonarli, non lo avevano sotto mano. Hanno saputo rimediare con altro.
Forse hanno desiderato accertarsi quanta materia prima fosse pronta, nello sventurato, per un loro giudizio. Non è stato abbastanza: per completare l’opera è stato necessario rompergli anche il naso. Non è a lui che spetta giudicarsi: a loro bulli dover stimare di che puzza sappia uno che studia.
Vanno compresi. Sono degli artisti dello sconcerto, dei Parmigianini in erba. Il loro foraggio d’eccezione è una irrimediabile idiozia che andrebbe coltivata facendoli vangare con sapienza nei campi.
Il mondo d’oggi è una continua sorpresa e mette sotto sopra quel poco che si tende a dare per acquisito.
In origine e poi nel suo peregrinare di senso, bully è stato sinonimo di fratello, di un bravo ragazzo, persino di un tesoro. Tutto troppo dolciastro per essere accettato come da mangiar giù senza smorfie.
Con una capriola degna di nota, la parola è stata scippata dal diavolo indispettito per diventare il suo contrario.
Ora sta bene addosso ai delinquenti. Bull è il toro con il suo portato di forza da scaraventare verso chiunque gli si pari inavvertitamente dinanzi. Bullet è il proiettile che prima o poi ti centrerà, se sei il tipo adatto per fare da bersaglio.
Parma era un tempo lo scudo rotondo romano, tondo come una forma di parmigiano, utile a proteggersi nel cimento con il nemico.
Non è servito al secchione finito in ospedale, riempito di un impegno che nelle intenzioni dei bulli deve disperdersi, tracimando dalle sue ferite, prosciugandolo fino al fondo.
Questa non è una storia a tutto tondo. Il mondo, nel punto di quella scuola, ha una fossa ed il suo profilo si spezza mandandolo, incurante, fuori uso.