Un formidabile Marcello Marchesi cinquant’anni or sono cantava una simpatica canzoncina che diceva “Che bella età, la terza età…”. Impossibile che sia giunta alle orecchie di Gohuar, una anziana donna iraniana, da sempre nascosta nel suo hijab, celata allo sguardo degli estranei.
Eppure forse, pur dopo mezzo secolo, qualche refolo le è arrivato alle orecchie. Gohuar è sinonimo di “gioiello” ed ha messa in mostra la sua preziosità, togliendosi il velo dopo una vita spesa ad averlo incollato addosso.
Le hanno soltanto ammazzato il figlio, Sattar, che vale come “Nascosto”. Faceva il blogger. Dieci anni fa il regime di quel paese lo ha fatto fuori per “azioni contro la sicurezza nazionale sui social network e su Facebook”.
Gohuar se ne è stata zitta finché ha potuto, ma adesso ha voluto dire anche lei la sua. Troppa gioventù ci sta rimettendo la pelle per colpa di un velo in testa, che pesa più di una maschera di ferro. Ha invitato il popolo alla protesta.
Forse ha fatto scalpore perché ha ottanta anni, come le parole dovessero essere per forza rinsecchite, impigliate nel pensiero ancora prima che in gola. La protesta non è esclusivo deposito della gioventù.
Mosè aveva ottanta anni quando andò a trattare con il Faraone chiedendo la liberazione del suo popolo. Ottanta giorni per fare il giro del mondo secondo Verne. Speriamo ne occorrano meno per far rinsavire il potere di quello Stato.
Gli studiosi di numerologia dicono che ottanta è una cifra che esprime umanità, concretezza, energia, legalità e capacità di perseguire un obiettivo comune.
E’ composto dal numero otto, segno di perseveranza, e dal numero zero, da cui tutto inizia e finisce. Un bel grattacapo per il regime.
La Rivelazione di Giovanni racconta dei chicchi di grandine, del calibro circa di ottanta libbre che picchiarono dal cielo sul popolo. Il gesto di Ghouar può avere la forza di pari sferzata.
Ottanta è anche il numero angelico. Secondo la smorfia napoletana, riporta alla bocca ed alla sua sensualità. Gohuar ha parlato poco ma picchiando più degli angeli infuriati. Ingenuo e semplice credere che, mostrando il capo senza ḥijāb, lei abbia professato solo un sogno di liberazione. Il suo, ancor più, con maggior coraggio, un gesto eroico di umiliazione, che rimanda al dolore nel mentre si svelava.
Abituata da sempre a coprirsi, si è fatta tremenda violenza pur di scuotere l’anima della sua gente. Mettersi a nudo non è mai facile per chiunque.
Ottanta anni sono stati per Gohuar un traguardo straziante. “Ho tanta voglia che la sua testimonianza non cada nel vuoto” può dire chi tifa per lei.
Gohuar è una vecchia con gli acciacchi dell’età. Il regime non si illuda. Scontrandosi con lei, ne uscirà ancor più acciaccato.
Pars era il clan di Ciro il Grande. La Persia non c’è più. Di grande oggi c’è la luce di Gohuar, una gemma che ha abbagliato i cuori del suo popolo, incitandoli a battere senza più fermarsi.