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Non è un intrigo internazionale ma non è soltanto una storia di quartiere. Qui il vecchio ed il nuovo sgomitano per farsi spazio. A Firenze, né il primo né l’ultimo, accadrà anche da qualche altra parte, un giovane rider, nel corso del lavoro, muore a causa di un incidente con delle auto all’incrocio tra via De Nicola e via Gobetti.

Nomi di altra epoca, a scontro di un mondo che avanza impetuosamente. Il ragazzo si chiamava Sebastian Galassi, un nome tronco per essere più rapidi ed un cognome per proiettarlo in spazi planetari, nel futuro. Lavorava per la società di consegna Glovo che per migliore estetica ha rinunciato a chiamarsi Globo, ma il senso sferico di una dimensione internazionale è lo stesso.

Account non è solo l’identificativo per accedere ad un servizio telematico Per fatalità vuol dire anche resa dei conti. Quando non si rispettano i termini e le condizioni contrattuali viene immediatamente cancellato. Devi trottare a tutto spiano altrimenti…. Così il rider se ne è andato in cielo, rimosso dalla terra con un semplice click.

Vittima di un incorruttibile algoritmo, il cui nome deriva dal matematico arabo, un certo al-Khuwārizmī, originario della allora Corasmia, per capirci nell’Asia centrale, che nel IX secolo si inventò un certo sistema di calcolo utile ancora oggi.

La società si è scusata. Non c’è stata inadempienza del ragazzo. C’è da crederlo. Non è questo il tema.

E’ che per stare al passo dei tempi occorre avere un ritmo adeguato, saper scorrere nel contemporaneo con incidere spedito. Poco spazio per la malinconia del ritmo lento di certa musica negra americana, il blues.

“Corri uomo corri” è il titolo di un film del 1968, epoca di cambiamenti, dove in Messico, Cuchillo, un semplice peone, è informato dove sia un tesoro e viene braccato da più uomini per poterglielo strappare. C’è un lieto fine ma non ci riguarda.

Semplici e poveracci devono sempre sgambare in tutta fretta per difendere il poco a cui aspirano.

“Movimento, movimento, movimento” era il refrain di Gino Bramieri in una pubblicità di un vecchio Carosello di anni andati. Ai Romani mancava poco per conquistare la Terra intera fino ad allora conosciuta. Eppure si ispiravano al motto: “Quieta non movere et mota quietare”. E’ una raccomandazione caduta in disuso. Non una cosa da poco.