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Si dice di una fascina quando si ha una raccolta di ramoscelli e di sterpi ben ordinati pronti per essere bruciati. Occorre che siano secchi e che non abbiano nulla da dire. In genere sono gli scarti delle potature. Nulla va sprecato. Così avranno anche loro, da pattumaglia, un momento di gloria. Meno si è di nobile lignaggio, più si avrà un posto in prima fila nel falò del tutto va bene.

Del resto Oscar Wilde diceva che “sono solo i superficiali a non giudicare dalle apparenze” e quindi scappa qualche pensiero in libertà.

Di un fasciame scollato la barca della politica. Saltati accordi come birilli.  Corre voce di singolari denunce. Nelle stanze della legge forse si apriranno fascicoli.

A fare un censimento delle contraddizioni e della impudenza dei partiti schierati per il voto del prossimo settembre, c’è da essere sconcertati. Per un momento si riprende respiro. Si è certamente su “Scherzi a parte”. Quindi si precipita di nuovo nel vuoto. E’ tutto vero.

Ogni tanto comunque, come una spolverata finale di pepe sul piatto apparecchiato, una accusa di fascismo per far finta di giocare alla guerra e per stare sul classico.

 Letta la lista degli esclusi, impallinati un po’ di nomi eccellenti che spesso spiccano nel non eccellere, si è tentati di pensare che il paese è “chiuso fuori” dal Palazzo.

Una torma di candidati sono a ripasso di geografia, sparpagliati in posti che non conoscono, sperando improvvisamente di prenderne la cittadinanza o almeno di afferrarne, lì dove sono impegnati, una sola parola in dialetto, ostentando così confidenza improvvisa con la terra da rivendicare.

C’è veramente da fasciarsi la testa, non bastando più a turarsi il naso. Non c’è più scandalo: scandagliare gli accadimenti muove ormai solo sorrisi e qualche lazzo; per i più delicati di naso, qualche lezzo.

Sul fasciatoio della democrazia si agita strepitando una vecchia incontinente che si chiama Repubblica. Chiede invano le si cambino i panni.

Da chi finge come sempre di lamentarsene, una legge elettorale che ripulisca lo stagno, rimandata alle calende greche. Diceva Flaiano “Di tutta l’erba, uno sfascio”.

Gli artisti del circo si guadagnano il pane impegnandosi in continui allenamenti per tenersi in esercizio. Da noi il miracolo di un Barnum perfettamente oliato senza una goccia di sudore. Un esempio saliente di energie rinnovabili.   Avremo un nuovo Parlamento. “Meglio un voto ben dato che un voto bendato” diceva un vecchio slogan elettorale. Prendiamola in musica: “Se il mellone è uscito bianco, e mo’ cu chi ta vuó’ pigliá?! “.