Perché una storia sia interessante, occorrono i giusti ingredienti: ad esempio, un nome straniero in patria e uno scenario che si presta a suggestioni per le contraddizioni che lo compongono.
Si tratta dell’omicidio di un certo David Fogler, definito un emarginato, ma non abbastanza da essere inquadrato come un barbone, una terra di mezzo tra uno che stenta e la povertà. Anche questo difficile da mettere a fuoco così come il movente del delitto.
Innanzi tutto l’ambiente della scena. Sono i Campi Flegrei, campi che ardono, ma non nell’ansia di trovare un colpevole. La polizia lamenta l’omertà diffusa del circondario sull’episodio.
E’ a forma di semicerchio, fatalmente una figura che non si chiude così, come, allo stato, non si trova l’assassino della vittima.
Fu la nobile terra di scontro tra gli Dei e i Giganti che tentarono di scalare l’Olimpo, uscendo sconfitti. Un anticipo della torre di Babele. E’ un’area buona per la balneazione termale, ricca di sorgenti di acqua calda salutare.
Nelle terme, tra le varie sale, al tempo dei Romani, c’era il “laconico”, per i bagni di sudore, lo stesso che serve oggi ai disgraziati di quelle parti per andare avanti. Poi fumarole ovunque, che appannano il giorno e non aiutano a fare chiarezza dei fatti.
L’omicidio è accaduto a Bagnoli da non confondersi con Bagnoli di Sopra, in Veneto, dove certe cose non accadono. C’è spesso una città di sotto a cui guardare con disprezzo.
Bagnoli è stata un’area di modernità, ormai abbandonata. Oggi vi fanno i tour di archeologia industriale.
In assenza di altro, qualcosa bisogna pur inventarsi per passare la giornata. Tra le ipotesi della efferatezza, qualche balordo che ha voluto sperimentare dal vivo l’efficienza della sua arma, avvicinandosi alla vittima, ignara di tutto, finendolo con un colpo di pistola alla tempia. Qualcuno che forse si è voluto allenare alla mira. Imparare ad uccidere richiede pratica ed una certa veridicità dei fatti.
Del resto, se le ipotesi venissero confermate, occorre rispettare e soprattutto mantenere le tradizioni.
Giovanni Vincenzo Sanfelice, conte di Bagnoli, fu, secoli prima, non a caso grande condottiero e maestro d’armi in giro per il mondo, ricevendo plausi e riconoscimenti.
Fogler era un uomo di fantasia. Definiva la sua saltuaria occupazione di parcheggiatore abusivo come una occupazione di “smistamento e della collocazione delle autovetture in transito presso il mercato rionale di Soccavo”.
Aveva sulle spalle qualche esposto per comportamenti sgradevoli, forse a causa di qualche disagio psichico. La vittima abitava a via Ilioneo, uno dei compagni di Enea, celebrato dal poeta Virgilio come uomo famoso per l’arte di tenere discorsi e la dignità dei modi. Insomma, tutto il contrario di Fogler. I soliti divertimenti del destino, amante del paradosso.
Il suo assassinio è stato definito un rompicapo, sarà perché gli hanno fatto un buco in testa. In quella terra, per raffreddare la temperatura degli animi, ragionare con lucidità, venendo a capo delle indagini, ci vorranno dei sacrosanti bagnoli.